Art Hotel
Soggiornare all’Hotel Ristorante La Piana***S significa anche immergersi nel mondo dell’arte con mostre ed eventi periodici.
Diversi gli artisti che ci hanno inorgoglito grazie alla mostra delle loro opere.
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Maria Sara Pistilli
Maria Sara Pistilli nasce a Torre del Greco ma vive e lavora ad Angri(SA). Presente sulla scena artistica locale e nazionale dal 1980, presenta una produzione artistica varia, dal paesaggio al figurativo. Vincitrice di molti premi e riconoscimenti, le sue opere figurano in raccolte pubbliche e private. Hanno scritto di lei testate giornalistiche quali: Il Mattino, Il corriere della sera, il Roma, la Voce della Notte, il Quadrato e critici quali Galante, Di Bartolomeo, Girace e tanti altri. “Con immediatezza cromatica di vago luminismo impressionistico, mediante larghi impasti lontani da formalismi di impostazione accademica”
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Italo Mustone
“Dal caos primordiale, si origina, secondo regole e precisi equilibri, il nostro universo. Quattro elementi lo contraddistinguono: ACQUA, ARIA, FUOCO e TERRA”.
Nato a Trevico (AV) nel 1953, si iscrive all’Accademia delle Belle Arti nel 1974. Nel frattempo sono sicuramente formativi i suoi rapporti con Mimmo Iodice, De Simone e Lucio Amelio con i quali intraprende diverse collaborazioni. Contemporaneamente conduce reportage nelle degradate periferie napoletane per conto del quotidiano Paese Sera e questo gli permette di conoscere gli artisti gravitanti in quegli anni intorno alla Modern Art Agency come Paladino, Longobardi ed altri. Torino, dove opera dal 1981, è sicuramente una tappa importante per Mustone, che entra in contatto con il gallerista Bertaccini che collabora con gli artisti del movimento dell’Arte Povera. Una concettualità, quella di Mustone, profondamente affine a quella del gruppo Arte Povera dove il rapporto uomo-natura riveste una valenza fondamentale. -
De Angelis
Francesca De Angelis, nata a Marino nel 1979, vive ed opera a Roma. Fin dai primissimi approcci con le matite colorate mostra una spiccata sensibilità per il tratto ed il colore. Inizia a disegnare prima di imparare a scrivere e a dieci anni è già introdotta alla pittura da Rita Cappi, che accompagna questa sua preziosa vena creativa fin dal primo anno di liceo artistico. Dopo la maturità, si laurea i pittura con la votazione di 110 e lode all’Accademia delle Belle Arti di Roma con il prof. Constantino Baldino e Giuseppina Maletta. Apprezzata interprete della realtà e della natura umana, colta anche nella più cruda verità sociale con la sia particolare energia pittorica, Francesca De Angelis s’ispira all’intensità di sguardi, coi pose e di volti riuscendo ad animare la materia del colore con vibranti intrighi cromatici.
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Calabrese
Calabrese propone una realtà fatta di eventi quotidiani, di presenze e di assenza, i suoi personaggi si insinuano in un misterioso silenzio assordante. Rappresenta la condizione sociale degli uomini, tra invenzione e riproduzione del reale: anche se l’immagine non è il racconto di un fatto, ma è la sintesi di un giudizio temporale sull’esistenza dei rapporti e sull’autenticità delle sensazioni. Calabrese dipinge su larghe superficie e mette in risalto una forte connotazione espressiva dei corpi, che si susseguono a dei visi appena umani con tratti sommari e grossolani.
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Alfonso Zeoli
Alfonso Zeoli innesca profondi legami con la cultura orientale e riesce a trasmettere, attraverso la pittura, le immagini di una civiltà lontana. Dal suo linguaggio pittorico sprizzano forme vive con caldi colori che racchiudono le magiche atmosfere di quei luoghi incantati. Si pone al centro tra le sue origini e quelle che scopre giorno dopo giorno, e filtra la sostanza della conoscenza e l’accosta al piacere della vita. Le sue opere sono la sintesi di un pezzo di storia che attraversa gli uomini, da cui traspare il travaglio di un’esistenza radicata in una cultura oscura, dove la sopravvivenza risulta essere la condizione necessaria per vivere. Solo chi è valorosi può intuire l’enorme peso che trafigge gli animali che animano le sue superfici.
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Dedalus
Ho conosciuto Marco qualche anno fa, già attento alle querelle dell’arte contemporanea; si avvicina agli eventi presenti sul territorio con la discrezione di chi sente il bisogno di farsi conoscere e con la forza di chi ha la consapevolezza del proprio cammino. Marco è molto giovane, ma i suoi studi accademici gli hanno consentito la giusta crescita… dalla tecnica fotografica a quella pittorica… fino al raggiungimento dell’arte in quanto tale. Ed è ormai quest’arte che Marco mette tutto se stesso, tutta la sua interiorità… fino a scoprirsi, fino a proporre la sua lotta, la sua rivolta contro le istituzioni… e con le sue monocromie insorge contro un ambiente che lo opprime e difende la propria autonomia. Perché “Dedalus”? Anni fa lessi un libro di James Joyce e mi piaceva iniziare così.